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Toulouse en érasmienne

giovedì 11 maggio 2023

Le nostre pensioni

 ... tu stai spendendo i soldi di tua madre per pagare il tintore e per le zanzariere mentre le nostre pensioni servono per la badante! Voglio il controllo almeno dei muri di questa casa!" Dixit il marito di mia madre appena dimesso dall'ospedale e furioso perché io in sua assenza ho dovuto giocoforza trasferirmi da loro per stare con mia madre mettere le zanzariere per non farci pungere e nel frattempo preparare e dare lo scritto di un concorso e organizzare una visita medica importante per mia madre su cui lui stava traccheggiando da mesi. E ne manca ancora un'altra. Sì, e ho anche fatto una mezza dozzina di lavatrici con l'acqua calda e persino una lavastoviglie, perché il suo lato genovese lava tutto e sempre con l'acqua fredda, con quali vantaggi per l'igiene è facile immaginare. Quando si vedrà in bolletta avremo una nuova puntata.

Già cinque anni fa io avevo smesso di andare a casa loro in campagna per la maniera inaccettabile con cui  mi aveva aggredita verbalmente una mattina che ero partita un quarto d'ora in ritardo sul ruolino previsto: "Maledetto me che c'ho le case! Tu chiudi con tutti!". Non avevo più accettato di mangiare da loro né men che meno di andare in campagna o a casa loro per più di pochi minuti. Poi si è ammalata la mamma, non poteva uscire e quindi lui ha insistito, perché sostanzialmente gli faceva comodo, perché  andassi da loro in visita. Difficile fare diversamente se volevo vedere la mamma. Non avevo mai voluto trattenermi più a lungo, perché non volevo ritrovarmi in quelle situazioni che sapevo si sarebbero inevitabilmente ripresentate. E infatti: nel momento in cui ha dovuto accettare la badante perché i suoi figli gliel'hanno imposta a muso duro mentre lui era in ospedale e poi la visita medica perché io ho fatto altrettanto mettendolo davanti al fatto compiuto, ecco che divento io il bersaglio del suo sfogo e della sua frustrazione, dato che sono rimasta a dormire da loro anche stanotte perché la mamma me lo ha chiesto.

E poi chi ha comprato queste pere che sono insipide (la mamma con la badante che finalmente lui ha dovuto accettare per alcune ore al giorno) e invece questa mela è sfatta (la colpevole fui io dieci giorni fa, correa la mamma, quando le mele erano in buona salute) e i piatti che domani li facciamo spostare perché nel pensile sono messi confusi (in realtà sono perfettamente separati, per tipi e provenienza, ma a lui non va giù che si possano prendere facilmente quelli che vengono dai miei nonni e che sono un regalo dei loro figli ai genitori, perché ha sempre voluto cancellare tutto quello che veniva dalla mia famiglia) e non sappiamo cosa darti per cena perché la mamma ha buttato quello che era previsto, e vuoi un po' di formaggio ma perché non hai comprato quello tondo (perché tua moglie si è permessa di sceglierne un altro insieme alla badante) ma se prendo un secondo cucchiaino di stracchino per tutta cena insieme a un un terzo di fettina di petto di pollo che mia madre ha avanzato mi lancia occhiate di disapprovazione per la mia indiscrezione esagerata. E non c'è il vino - che non c'è perché come lui sa la mamma non riusciva più a moderarsi nel suo consumo.

E insomma, cattivo come una iena. Non irritato, non spazientito. No. Proprio cattivo, quella cattiveria che vuole fare male ad ogni costo, soltanto del male e basta.

Diciamo che se non altro abbiamo la prova che si sta riprendendo egregiamente... ma non ho la forza di reagire con l'ironia, non funziona più, il meccanismo è rotto, lo slancio non riparte. 

E io sono prigioniera di questa vicinanza, che non ho scelto.

Devo preparare l'orale e avrei bisogno di un po' di tranquillità mentale e di serenità, ammesso che nella mia situazione si possa. Ho saputo solo oggi di essere passata, non ci speravo, forse per scaramanzia; e anche se c'è un candidato locale su cui sono chiaramente modellati il bando e pure la commissione bisogna vendere cara la pelle. Ma non ne posso più di ricevere soltanto ceffoni da tutte le persone che mi circondano sul lavoro e pure in famiglia. Non ho più forza né forze, ecco.

Serve un abbraccio per ridare energia.

Insomma è ancora una volta mezzanotte - dovevo scrivere per sfogarmi sperando di riuscire a dormire - e appunto devo andare a letto. Oggi per la prima volta mi sono addormentata sul divano e domani devo uscire di qui alle sette per poter poi uscire dal lavoro in anticipo per correre a strappare qualche nozione sul programma di concorso a una collega riluttante benché non concorrente... quanto detesto la povertà.

5 commenti:

  1. Intanto il mio abbraccio forte forte, per il resto IN BOCCA AL LUPO! (E comunque non è cattiveria, ma vecchiaia e difficoltà di accettare di delegare qualcosa del proprio potere)

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    1. Grazie. Sono terrorizzata fino alla paralisi! Altro che esame di maturità. Non riesco a concentrarmi: tremo!!!!

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  2. Per quanto possa aiutare, ti mando un abbraccio immenso <3

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