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Toulouse en érasmienne

domenica 5 dicembre 2010

Wikileaks risorsa autorevole?

Io non sono riuscita a entrare in Wikileaks. Volevo vedere come era organizzata la banca dati. Ma non ce l'ho fatta.

Come tanti, credo, anche io mi chiedo a cosa serva questa valanga di documenti improvvisamente accessibili su Wikileaks. Un grande favore fatto agli storici, ai documentalisti, ai catalogatori di RER open access? Magari! Cercate il bibliotecario di reference ;-). Non concedereste i vostri favori a chi vi mette a disposizione tanto bel materiale? Sul serio, chi altri se non queste categorie potrebbero andare in estasi per una simile massa di risorse finalmente - per quanto? accessibile? E quante disquisizioni sull'autorevolezza di queste fonti potremmo fare? Come facciamo a sapere se un documento del Dipartimento di stato ha proprio quella filigrana lì?
Che i diplomatici mandino rapporti più o meno riservati ai loro governi sui temi di loro interesse, come soldi, punti deboli, amicizie pericolose di amici e alleati, noi poi lo sappiamo da qualche secolo. Quegli inutili parassiti degli storici ci hanno permesso di dare un'occhiata persino ai dispacci segreti degli ambasciatori veneziani, già a partire dal XVI secolo (se cercate su SBN qui ne trovate molte di più).
Operazioni di questa portata fatte oggi da un pirata più o meno solitario? Mah. E a che scopo? Il rumore stesso dovuto alla mole di dati soffoca le informazioni circostanziate. Qui non siamo all'inchiodare gli USA alle responsabilità della guerra irachena. E' allo stesso tempo molto di più e molto meno utile, perché non sembra avere uno scopo preciso rivolto a illuminare un fatto preciso, se non dimostrare la vulnerabilità dell'odierna amministrazione USA. Che appunto sgocciola.
L'intervista di Peacereporter all'hacker H@rlock PeaceReporter - SmokyLeaks è il primo tentativo che leggo di proporre una interpretazione più approfondita. Non moltissimo a dire il vero. Non mi convince l'ipotesi che tutto ciò distragga dalla crisi mondiale, mi pare una lettura troppo generica e pure noiosa - sulla falsariga del "fedeli alla linea del complotto del capitale". Meglio il resto dell'intervista. Se dovessi avanzare un'ipotesi, a me sembra un gigantesco regolamento di conti tra pezzi dell'amministrazione USA e stati esteri. Se c'è qualcuno o qualcosa di certo colpito dalle rivelazioni è il Dipartimento di stato e il segretario del medesimo, Rodham. Dopo essersi concessi un tuffo nella massa di informazione a mo' di fontana di cioccolato, - ma quanti davvero l'hanno fatto tra i non addetti ai lavori? soprattutto quanti sono davvero riusciti a contattare quel sito? ci sarebbe da capire di più sul cui prodest, a questo punto.
Sì, c'è del lavoro per te ;-).

2 commenti:

  1. Non so. Qui la piramide è troppo grande e affonda quasi tutta nella sabbia. Bisogna aspettare e vedere che succede. Certo è che per noi, figli di Machiavelli, che la diplomazia dica cose che debbano rimanere segrete è quasi un pleonasmo e non cadremmo mai nell'ingenuità pur gramsciana della verità sempre rivoluzionaria. Chi gestisce il potere "deve" mentire perché la menzogna è sostegno (l'unico) del potere. Ma questa cosa è nata in ambiente anglosassone e quindi puritano, per il quale la menzogna del politico è bestemmia. Questo polverone non ci dice nulla di nuovo - per ora - che già non sapessimo o potessimo sospettare, ma può essere certamente salutare per certe modalità troppo disinvolte di fare politica.
    Inoltree, si stanno realizzando le premesse insite nel formato elettronico, e cioè la trasparenza dell'informazione, che può circolare senza limiti e istantaneamente dappertutto. Ovvio che i primi a soffrirne sono quelli che hanno digitalizzato tutto... nessun archivio cartaceo può essere diffuso nel medesimo modo. Questo della trasparenza dell'informazione è un aspetto nuovo, al quale nessuno era abituato, e condizionerà sempre di più le nostre vite pubbliche e private.

    - i. -

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  2. Grazie PI. Condivido, specie la prima parte. Sulla seconda ho qualche dubbio, nel senso che la vedo più come una possibilità teorica che come una realtà, ad oggi.

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