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mercoledì 3 aprile 2019

Nei dintorni del cefalo

Post suscitato dalla corrispondenza con Cristina di Poverimabelliebuoni

Il cefalo è stato il primo pesce che ho cominciato ad apprezzare tanti anni fa, quando ho iniziato a mangiarne sistematicamente per motivi dietetici. A casa mia non si usava per la difficoltà di pulirlo e prepararlo. La mamma alla sola idea di pulire un pesce rifuggiva con una smorfia. Una volta in vacanza a Ventotene con mia zia decisero che era giusto comprare del pesce e presero dei pesciolini piccoli, a caso, seguendo il prezzo, perché non abbiamo mai avuto tanti soldi e all’epoca ancora meno, e quindi si cercava di risparmiare in tutto. Penso fossero dei sugherelli, perché mi sembra di ricordare una specie di lisca sul fianco, poi una seconda volta anche dei piccoli scorfani, avevano delle pinne terribili, dure e acuminate ed erano rossi. Insomma, arrivarono con questi pesci, ovviamente non puliti, e siccome non avevano il coraggio di toccarli, obbligarono me a pulirli, perché a loro disgustava e i bambini non si potevano rifiutare di « fare ogni tanto qualcosa ». Ma con cosa? Non sapevano farlo e mi diedero per tutto strumento delle forbicine da unghie mezze sgangherate. Anche a me disgustava, ma non potevo ribellarmi « visto che non fai niente tutto il giorno, per una volta che ti chiediamo qualcosa ». La terza volta che arrivarono con l’involto del mercato pero’ dissi che basta, adesso toccava a loro. Venne messo sotto mio zio, marito di mia zia.
Ora il pesce lo pulisco e con risultati alterni lo sfiletto pure. Più ostico spellarli, ma con le sogliole e i rombi, di sotto e di sopra me la cavo. Tutto sta avere i coltelli giusti: è un utensile che mi piace moltissimo, ho una vera passione per le lame, ma come sempre le cose eccellenti sono troppo costose. Disosso e farcisco polli interi con una certa soddisfazione... mai provato con i conigli, pero’. All’estremo opposto immaginami in barca con il marito di una compagna di scuola e suoi colleghi: fighetti, revisori dei conti, figurati. Insomma, ‘sti qui partono a mo’ di brianzolo con la canna da pesca perché devono fare chissà quali safari e per tutta preda un giorno tirano su un tonno, bellissimo. La povera bestia rimane sdraiata agonizzante sul ponte (ché io non sono vegetariana, ma pietosa si’) e nessuno osa maneggiarne il cadavere. A quel punto, in nome del « se si pesca si mangia » mi faccio avanti io, considerata l’handicap della barca perché non so manovrare le vele (pero’ mi diverto alquanto al timone, specie con un po’ di ondine, ma questa è un’altra storia), viaggio con la valigia di cartone cioé una vecchia valigia della nonna, molto ma molto fuori moda, pero’ a me piace (: e non ho i vestiti firmati fintomarinier, mi dico che è un pesce comodo perché non ha le scaglie e cerco un coltello, senza trovarne di accettabili. Mi porgono un pugnale da sub con tanto di denti su metà della lama con cui sventro, pulisco, faccio trance, davanti a cinque facce impallidite e basite.
Eh, la giungla, datemi la giungla!
P.S.: oggi come oggi, anche qualche capo marinier come il maglione blu abbottonato sulla spalla, purché rigorosamente francese, non lo disprezzerei affatto.

4 commenti:

  1. Che dire, complimenti. Quanto a me arrivo al massimo a pulire acciughe e sgombri, ma solo e soltanto perché non lo fanno al banco del pesce dei supermercati (gli unici posti, a torto o a ragione, dove mi fido a comprare pesce). Quanto al cefalo, giusto tre giorni fa il commesso mi spiegava che è un pesce misterioso, e il suo sapore dipende da dove ha abitato negli ultimi due-tre giorni e purtroppo ha l'abitudine di vivere in moli e coste fangose. Così ho ripiegato su un paio di maxi-sgombri che non so dove avessero abitato nella loro ultima settimana ma erano proprio buoni... (sono molto pesciaiola in queste settimane).

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  2. Cara Murasaki pulire le acciughe è una cosa positivamente odiosa, per cui tutta la mia ammirazione. I pesci grossi si puliscono meglio di quelli piccoli, a mio parere, basta non farsi intimorire dalla stazza. Si’ il cefalo frequenta a volte i bassofondi, ma non necessariamente: è importante eviscerarlo subito e è a mio parere un pesce ottimo proprio perché non è “sciocco”.
    Il mio favorito comunque è l’ombrina.
    Io compro spesso anche al mercato ma capisco che tu oggi voglia prendere tutte le precauzioni possibili. Ad ogni modo anche le pescherie sono ragionevolmente sicure, specie poi se gli esponi il tuo problema.
    Quanto alle acciughe, forse conosci il blog di cui parlavo nei post scorsi: poverimabelliebuoni.blogspot.it e il fratellino insalatamista. Il primo è una monografia su acciughe sembri e affini, il secondo su piatti fantasiosi e leggeri.

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  3. Beh, li conosco attraverso di te. Ma il problema con le ricette è che spesso il cibo mi piace "al naturale" e parto magari con la ricetta e tante buone intenzioni ma finisce che spesso mi fermo alla rosolatura proprio perché non altera il sapore originario ecc. ecc.
    Insomma, difetto di quella pazienza di cui faccio grande sfoggio quando pulisco i pesciolini 😁
    Comunque è chiaro che un incontro con Messer Cefalo si impone, visto che in questo periodo ne stanno pescando parecchi, almeno al banco Coop...

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  4. Mi sa che è appunto la stagione dei cefali. Ho scoperto che anche il pesce va a stagioni. Quanto al sapore al naturale concordo: per me l’ideale è il pesce crudo!

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