Oggi

"Data">Data Rivoluzionaria

pellegrinablog,chiocciolaquindi,gmail.com

per gli scribi

Toulouse en érasmienne

Visualizzazione post con etichetta propaganda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta propaganda. Mostra tutti i post

sabato 5 marzo 2022

Cinque parole bastano

Five words are sufficient to stop the Ukraine madness: "NATO won't expand to Ukraine". So hard to say them?

Aggiornamento: e finalmente dopo venti giorni di guerra inutile sembra che il presidente ucraino stia arrivando a questa conclusione, riferisce AFP, sperando che non sia un fuoco di paglia. Ci son paesi che del saper sfruttare la loro posizione di stato cuscinetto han fatto una fortuna, vedi Svizzera.
Ma sul serio pensiamo che se l’Austria avesse voluto allearsi con la Russia, o la Svizzera avesse fatto svolgere ai russi o ai cinesi tre esercitazioni militari in un anno sul proprio territorio non ci sarebbe stata nessuna reazione da parte degli stati circonvicini? È la totale ignoranza unita alla propaganda urlata a farci straparlare di pazzia, eppure dovremmo avere letto almeno a scuola Machiavelli. Se si vuole cambiare qualche cosa in questo approccio va smontata la paura, e trattare l’avversario da pazzo la fa solo aumentare, insieme alla confusione.

Mi dispiace che non si possano più incorporare i tweet nei blog, quindi ho dovuto fare un rozzo copia e incolla per mostrare la sola affermazione di sano buonsenso che abbia letto in questa isterica follia urlata di propaganda stupida, insensata, inutilmente ansiogena e soprattutto infinitamente noiosa. Al momento al solo sentir parlare dei problemi degli ucraini la prima reazione è quella di passare ad altro. Non per via dei poveri ucraini, che meriterebbero ben altra attenzione e non solo da me, ma del modo répugnante, stupido, assordante, banalizzante, paternalista con cui se ne parla.
Si facessero due conti.

Carlo Rovelli, fisico teorico e divulgatore scientifico, lavora al Centre de physique théorique di Marsiglia.

venerdì 1 luglio 2016

leave? "Razzisti!" ???

Aggiornamento: i collegi elettorali laburisti hanno votato Leave . Chi fosse ancora convinto che il Brexit è stato votato solo dagli elettori dell'UKIP, potrebbe trovare utile l'analisi di un ricercatore dell'università dell'East Anglia, condotta su alcune circoscrizioni elettorali dell'Inghilterra, Galles e Scozia. Sette su dieci tra quelle tenute dai laburisti hanno votato per il Brexit, rispetto ai tre quarti dei collegi conservatori, confermando la distanza di vedute tra le gerarchia del partito schierata per la UE e la sua economia di miseria, e gli elettori a cui quella miseria è stata scientemente imposta dai loro stessi referenti politici. 
En passant sarebbe forse bene ribadire come commenti del voto minimamente affidabili si facciano su dati comparati come questi, forniti dalle circoscrizioni elettorali, non  su sondaggi opinabili pre voto condotti magari su campioni squilibrati. Ad esempio, la famosa contrapposizione generazionale del voto viene da un campione in cui i giovani rappresentano forse un quarto degli intervistati, rivelandosi l'ennesima mistificazione propagandistica. 
Ciò conferma, se ne fosse bisogno, quanto  gli scomposti strilli politico mediatici seguiti dai patemi personali di questi giorni non avessero affatto lo scopo di informare o riflettere sul voto, magari esprimendo legittime preoccupazioni per le sue conseguenze, bensì spargere confusione, incertezza e paura, zittendo qualsiasi tipo di domanda e riflessione sulle possibilità e le opportunità di smantellare anche per altri paesi i legami con l'inferno dei popoli chiamato UE.  Purtroppo, ciò che esce da tutta questa vicenda è che la UE teme più di ogni altra cosa che i suoi cittadini si interroghino sulle scelte politiche che determinano il loro destino; non solo, ma vuole con ogni mezzo rendere loro impossibile farlo.
Ancora più è necessario dubitare, quindi interrogarsi e documentarsi su questi temi.

Desta sempre perplessità come tutti si prenda per oro colato la propaganda dei peggiori arnesi sul Brexit, solo perché strillano più forte, senza mai chiedersi su cosa basino le loro convinzioni. Basta usare la parola "razzisti" e eccoci sull'attenti, ripetendo come 16 milioni di persone siano vecchie, ignoranti e, naturalmente, razziste, perché hanno votato diversamente da come la stampa era pagata per far votare.
Quindi costoro dovrebbero essere privati del diritto di voto. Chi era che diceva che certe decisioni vanno prese "al riparo dal processo elettorale"? e quali erano le decisioni in questione? Quelle che avrebbero portato ai noi poveri la prosperità? o quelle che, allontandoci per un attimo da Albione, hanno distrutto redditi, ricchezza, lavoro, attività economiche, speranza di vita alla nascita! in tutto il continente che avrebbero dovuto proteggere? e chi era che parlava dei vecchi che rubano il futuro ai giovani perché hanno i contributi e la pensione? quelli che hanno voluto la precarizzazione sfrenata del Jobs Act? care persone, certo, altruisti nel midollo.
C'è da fidarsi, altro che quei razzisti dei Britannici, poveri, oltretutto.

Altre fonti di informazione meglio non prenderle in considerazione, costa fatica. "Razzista!" semplifica rassicurantemente le cose, riporta a un quadro noto - è vero che se poi si esce ci sarà il monsone? o mi devo davvero mettere a studiare cosa succederà? io? ma io non ci voglio pensare. Non ci voglio pensare se perdo il lavoro, non ci voglio pensare se ho votato perché mi mettessero la corda al collo mentre gliene offrivo un capo, non ci voglio pensare a leggere cose che non so e mi farebbero sentire ignorante, inferiore e in colpa, mentre posso andare a commentare la partita sui social o a infornare la torta ché è sabato sera. No, "razzista!" offre una pacifica chiave di lettura, evita domande scomode e salva la coscienza dall'indagine e peggio ancora, dalla scelta o dall'azione.
Implica assunzione di responsabilità, oltre il "Ah io non capisco niente" e "Ma se poi capisci stai meglio? No? E allora perché cercare di sapere?". Però poi si crede di sapere, perché ce l'hanno detto tutti, che laggiù son nazionalisti e razzisti e che l'UE è comunque il rimedio migliore per tutti noi.


Oggi lo strumento dell'oppressione dei ricchi contro i poveri sono la UEM e la UE. Piaccia o no, non è Farage. (E Farage votato da 4 milioni di persone non è i 16 milioni e passa che hanno votato Brexit.)
E' la UEM, creata apposta dal grande capitale.
E' la UE a condurre la mistificazione propagandistica del preteso razzismo e populismo di chiunque la metta in discussione.
E' la UE che approfitta di queste etichette come della migliore arma di distrazione di massa per continuare a imporre scelte politiche che, impoverendo la maggior parte della popolazione, alimentano esattamente razzismo e populismo come sfogo al malessere e all'impotenza.
E le anime belle ci cascano pure: si spaventano, si indignano, si ritraggono.
Smettono di ragionare per sussultare pavlovlianamente.

La lotta che conduce è spietata al punto da tagliare le cure e abbreviare la vita. Non c'è molto da discutere, da sperare, da arroccarsi in interstizi di sopravvivenza fino a pochi anni fa concessi dallo stato sociale che oggi, poiché "ce lo chiede l'Europa", non esistono più. O la fermi, la indebolisci, la azzoppi, o la UE ferma tutti noi.

Chi vota leave sta dicendo anzitutto che dentro la UE si vive male.  E si vive male perché il liberismo fa vivere male, come ben sa chi lo subisce vedendosi ridotto il proprio tenore di vita, o come spiegano i sindacalisti dei trasporti, dei panettieri o gli attivisti del Labour che hanno fatto contro il loro partito campagna per il leave.

The rich and powerful overwhelmingly support British membership. The City, the Confederation of British Industry and the Institute of Directors all support the status quo. So do at least two-thirds of large British firms surveyed by the Financial Times last year. A crisis for our rulers can open up a greater space

Loro lo spiegano che il voto puo' leggersi anche rispetto alle zone in cui le regole UE hanno permesso più precarizzazione del lavoro e più privatizzazioni dei servizi pubblici, quindi più miseria, là dove il si' ha stravinto. Ma devono essere razzisti anche loro, giacché lo dicono gli honourable men - pardon human beings. Data la propaganda che miete vittime ovunque, per riuscire a dire anche solo che la UE è la causa per cui si vive male, è necessario provare una rabbia profonda e una fortissima coscienza del proprio disagio e della perdita di ogni speranza.

Inoltre, il Brexit potrebbe dare forza a un dibattito analogo in altri paesi sotto la felice legge UE. Ed è proprio questo che la propaganda del "tutti razzisti, stiamone fuori eh, siam mica scemi noi, noi abbiam capito tutto, fatti loro" vuole a ogni costo impedire: una riflessione consapevole su cause, effetti e necessità di demolizione di questa istituzione di morte. Anche questo sarebbe stupido perdere.

Ah ma il razzismo. Il razzismo non è una tara della mente umana, una colpa da espiare finendo all'inferno, un virus Ebola. Il razzismo è creato dal liberismo che lo alimenta con i suoi meccanismi di esclusione economica e sociale. Il razzismo serve per deviare su falsi bersagli lo sfogo del malessere economico e sociale creato dalle politiche economiche cui i paesi UE sono sottoposti da decenni, tenendo al sicuro e con le mani libere chi quel malessere lo incrementa nella sua azione quotidiana.
Se non lo vogliamo capire, non potremo mai combatterlo.

In tutto il continente i partiti che un tempo si erano proposti inclusione sociale e benessere diffuso si sono candidati da decenni a guidare il processo di immiserimento dei salariati di cui UE e UEM sono stati lo strumento perfetto. Percio' che adesso si votino partiti populisti non merita più scandalo di tanto. Le uniche vie di fuga lasciate aperte alla contestazione di uno stato di cose di miseria e morte di cui si nascondono le cause e cui non si propongono rimedi sono queste.

Ridurre tutto questo a "razzismo", come fosse un perverso piacere dei predestinati alla dannazione, non è solo stupido e supponente: è il migliore FAVORE che si possa fare a chi ci sta distruggendo. Quelli che stanno distruggendo cio' che l'Europa - non la UE che è altra cosa - ha prodotto di più civile: il welfare.

 Chi in Italia ha voluto fare un discorso sincero documentato e lucido sulle scelte di politica economica e i mezzi tecnici usati per applicarle durante la costruzione della Ue e sulle loro ricadute? Sono dieci anni che ogni riflessione in merito è stata zittita, da quando tutti i partiti sono divenuti complici della UE e grazie a cio' han cominciato ad alternarsi al governo.
Meglio deviare ogni dissenso sul razzismo (o sulle adozioni delle coppie omosessuali): chi lo mostra, chi lo contesta e chi resta impastoiato tra i due.
Intanto nei grattacieli si lavora sul serio. Al riparo.

Cominciare a ripensare a questi soggetti proibiti: ecco quel che la propaganda per la quale "sono tutti dei razzisti", una cosa facile e semplice da capire, quindi molto efficace (ma davvero abbiamo chiesto a 16 milioni di britannici se credono nell'inferiorità genetica?) deve a ogni costo impedire. Con successo, bisogna dire.