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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

giovedì 2 agosto 2012

Summertime

Poche canzoni sono così disperate come questa. Un'espansione tragica e lirica in un'opera, Porgy and Bess, traboccante di miseria, povertà, sopraffazione, alcolismo, tossicodipendenza, distruzione e sconfitta. Certo la raffinatissima esecuzione operistica cui siamo abituati, di Fitzgerald, con quei fiati lunghissimi accompagnata da Armstrong con una tromba da brivido lo fa passare in secondo piano.
Forse tutto questo esce meglio dall'interpretazione di un'altra grandissima: Billie Holiday. Che dei ghetti e della miseria ne sapeva qualcosa fin nel midollo. Soprattutto che ha cantato questo brano quando era stato appena scritto, nel 1936, con tutta l'atmosfera ritmica e musicale di quegli anni.


Una mamma canta la ninna nanna al suo bambino raccontandogli un mondo bellissimo e felice di sogno che né lei né lui conosceranno mai. Avulsa dal suo contesto la canzone diventerà una delle tante incarnazioni del sogno made in USA.
Mentre Ella&Louis

E queste le parole:

Summertime,
And the livin' is easy
Fish are jumpin'
And the cotton is high

Your daddy's rich
And your mamma's good lookin'
So hush little baby
Don't you cry

One of these mornings
You're going to rise up singing
Then you'll spread your wings
And you'll take to the sky

But till that morning
There's a'nothing can harm you
With daddy and mamma standing by.

Tutte le volte che si parla di Billie Holiday non posso fare a meno di ricordare anche questa canzone. Credo anzi di averla già postata. (Attenzione, la parola finale è "crop", raccolto, non "cry", pianto, grido. Che ci sta molto meglio nell'antiretorica spietata del testo.)

Quando proprio è il momento di fare i sentimentali, questa. Anche lei piuttosto crudele. Peraltro un modo elegantissimo di additare al ludibrio perpetuo un marito decisamente non alla sua altezza.

Un'altra delle mie passioni. La metto qui, perché come Holiday con Strange fruit ha cantato questo pezzo poco prima di morire, in un'interpretazione sconvolgente. Ma non riesco a trovarla sul web.


Buona estate.

lunedì 30 luglio 2012

Una poesia

cadutami sotto gli occhi giusto oggi in ufficio. Mentre gli occhi mi si chiudono dalla stanchezza e vengono rapiti dall'idea di quel vento.

Ni vu ni connu
Je suis le parfum
Vivant et défunt
Dans le vent venu!

Ni vu ni connu,
Hasard ou génie?
A peine venu
La tâche est finie!

Ni lu ni compris
Aux meilleures esprits
Que d'erreurs promises!

Ni vu ni connu,
Le temps d'un sein nu
Entre deux chemises!

Paul Valéry, Charmes, deducere carmen


martedì 3 luglio 2012

Luglio

Mentre indugi al pc più di quanto il buonsenso vorrebbe, dimenticando in quattro giorni parigini la tristezza dell'Italia che ti riacchiappa puntuale da lontano con le sue pastoie burocratiche, i suoi lacci soffocanti tuo malgrado e con un biglietto già per dopodomani, levi la testa dalla tastiera e trovi una gran luna piena e rasserenante dentro alla finestra.



L'aria è fresca e estiva, come le estati nordiche sanno offrire. Nella corte ci sono ancora le rose fiorite di maggio.



Domenica i padroni di casa hanno festeggiato l'estate con musiche e balli.  Nel sole.


... e tanti dolcetti. Alla fine sorridevano innamorati, radiosi e felici.
Questa volta mi hanno dato quella che chiamiamo, per scherzo, la Chambre bourgeoise. Una bella stanza, grande, luminosa e allegra. Una finestra sulle rose e sulla luna.

Ho avuto la fortuna di scoprire un altro luogo splendido per cercare i miei amati documenti. Nel frattempo sono andata a svaligiare questo negozio: mezzo chilo in più da riportare a casa :-) oltre al mio solito quintale di carta stampata.
Sono stata felice.Qui sono serena.
E a Roma forse qualcuno verrà da ancora più lontano a rallegrare il mio esilio  :-O

Ma adesso è ora di andare a nanna. Se no, domani, come si lavora?

Una tisana di lavanda, e buonanotte.

Aggiornamento: mattina. Lettura di quotidiano italiano online: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/07/02/news/ingroia_sull_inchiesta_trattativa_dalle_istituzioni_nessun_sostegno-38393645/?ref=HREC1-4
http://www.repubblica.it/politica/2012/07/02/news/riunione_spending_review-38374010/?ref=HREA-1
Io non voglio vivere in un paese del genere, consapevolemente consegnato alla mafia e alla miseria ogni giorno che passa.


mercoledì 27 giugno 2012

Un paese di calzolai

Perché finanziare la ricerca se produciamo le migliori scarpe del mondo? Sarebbero state le parole del penultimo Presidente del Consiglio. Forse perché ammesso che sia vero, quelle scarpe pochi Italiani se le riescono a mettere ai piedi, dovendo rivolgersi piuttosto a prodotti di plastica made in China o in qualche scantinato come quelli di Barletta. Perché non lasciare che la ricerca la finanzino i "paesi che hanno soldi"? avrebbe invece affermato diversi decenni fa Giuseppe Saragat, segretario dell'allora PSDI. Magari per evitare di restare poveri. Le ragioni del legame tra ricerca e benessere sono spiegate più in dettaglio in questo articolo quasi del tutto condivisibile - la fede nella valutazione fra pari e nella sostanziale bontà del patrio sistema universitario manifestata dall'autore, forse per motivi anche familiari, io proprio non riesco a condividerla  e la mia esperienza è lontana anni luce da quel che lui sostiene. Il suo pezzo è la prefazione di un libro che appare molto interessante, sul ruolo della ricerca fondamentale, quella che non porta immediatamente un risultato "pratico","produttivo", "spendibile", quella anche che non si tramuta mai in prodotti ma magari illumina le cause e le origini del nostro mondo attuale dandoci la coscienza consapevole di ciò che siamo e come viviamo. Insomma, una volta illuminati sul fatto che abbiamo le scarpe anziché le vele, sarebbe il caso di metterci anche un bel tacco 12 (o un vibram da lunga marcia).  

giovedì 21 giugno 2012

Vive la France

Nessuno parli male della Francia, oggi. Per me, da due anni e mezzo, è stato e resta un grande paese generoso e dignitoso. Che dà dignità.

Speriamo di non doverne parlare male mai.
Una piccola cosa, ancora in fieri, ma bella. 
L'estate sia propizia.
Ah, e nemo propheta in patria. Ma per ora, sottovoce.

martedì 12 giugno 2012

è così che ci si sente

quando si vede passarti avanti una mediocre persona intrigantella? un essere furbetto che crede di avere svoltato quando ha scaricato il lavoro sugli altri? quando, ciò che è ben peggio di un qualche guarda e passa di cui non curarsi, ci si sente ripudiate per il capriccio di un nume che non è un nume, ma cui il malcostume italiano dà la possibilità di essere un nume? quando il tuo lavoro ti viene occultato, le promesse infrante, anche le più piccole, le comunicazioni diventano frettolose brutali ineleganti, nemmeno con una frase di scuse, anche se ipocrite? quando vieni buttata giù da una barca sapendo che per te davanti non c'è fondo? e che quel che chiedi è per te tutta la tua vita non materiale? quando ti viene rifiutata persino una parola per aiutarti a rifarti a tue spese una situazione altrove?
E' così che viene una grande, proprio grande voglia di gelato?
Ma perché attendere le cose brutte per apprezzare le cose più belle?
Scherzo, ma piango nel cuore e con gli occhi. Anche se me l'aspettavo.
Una volta almeno c'era una coscienza in queste cose: se non ti voglio tra i piedi, ponti d'oro per fuggire altrove. A me, oggi, è negato persino questo.
Non dimenticherò mai l'inutilità persino sadica di questo gesto. La sua ferocia gratuita, cattiva, immotivata, inspiegata, indegna. Infelice.
Mai.
 

mercoledì 6 giugno 2012

Il lusso

in un pomeriggio di maggio, su internet, girovagando l'occhio cade su una grande casa in una piccola isola meditarranea. In un giardino affacciato dall'alto sul mare, sotto un pergolato, è sistemato un letto coperto da una coltre di spesso cotone bianco. Un smania improvvisa, di sole, mare addosso, bevande ghiacciate, sorrisi, lunghi sonni profondi. Cos'è il lusso? Il tempo, poterselo procacciare con facilità per ciò che si ama. Lo spazio: vivere con poche, belle, utili cose e tanto spazio e natura piena attorno. Una fitta.
Il letto all'aperto, comunque, mi ricorda quello costruito nel verziere per Tristan e Iseut nel poema di Thomas.