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Toulouse en érasmienne

lunedì 15 aprile 2019

La più amata

Lei, la bella tra le belle. I pompieri hanno annunciato che la struttura sarebbe salva (22 h 50).
Era la cosa che mi piaceva di più di Parigi, da quando l’ho vista per la prima volta, a tredici anni. Non riuscivo a decidere quale parte preferissi, il fianco, le torri, l’abside, i rosoni. La guglia che non esiste più.
Nel dubbio, facevo collezione di tutte le cartoline esistenti.
Chissà quale Jack si era nascosto sotto al tetto.
Chissà se il coro si salverà.
I magnifici rosoni.
Per fortuna oggi non tira vento come i giorni scorsi. Chissà per quale fortunato gioco di circostanze ha aspettato lunedi’ per bruciare, invece del fine settimana ventoso e gelido come pochi.
Non ero ancora andata a fotografarli con il telefono nuovo, ché la mia macchina non c’era mai riuscita, troppo poca luce. La fila per entrare mi aveva finora scoraggiata.
Ma l’avevo salutata l’altro giorno, tornando a piedi da una biblioteca, svettava nell’aria gelida piena di sole. Avevo un libro recuperato fortunosamente sui quai, di quelli introvabili, il peso mi aveva dissuasa dall’entrare. Tutt’intorno alla guglia una rete di impalcature. Solidissime perché hanno retto più di lei.
La vedevo sempre scendendo dalla montagne. Le passavo sotto tornando dal porto lungo le banchise. Ricordavo serate estive sul barcone che le carezzava il fianco. Attraversavo il suo giardino sotto l’esplosione di fiori della primavera nordica. L’avevo negli occhi quando mi sdraiavo al sole.

Stavolta mi hanno tolto un pezzo di me.

Il tetto non era un semplice “tetto”. La “charpente”, cioè tutta l’armatura in legno che sostiene il tetto, in Francia è una religione. Nei castelli, nei palazzi, nelle chiese è vezzeggiata, restaurata, conservata e mostrata con orgoglio ai visitatori. Indicata nelle guide turistiche. Quella di Notre-Dame risaliva in parte al XIII secolo, in parte ai rifacimenti ottocenteschi di Viollet-le-Duc. Qualcuno ci aveva trovato dei graffiti dei carpentieri o dei visitatori. La sua perdita è sentita e sicuramente molto grave.
Le torri paiono essere per ora fuori dall’incendio. Non si capisce se il soffitto sotto la charpente abbia bene o male retto, proteggendo in parte l’architettura e le sculture sottostanti, oppure no.
Da una foto aerea sembrava un braciere ardente.
Dalle finestre dell’abside non si vedono fiamme, neppure dalle torri. Questo potrebbe voler dire che il soffitto ha bene o male retto. Finora.

22 h 54 I pompieri hanno appena annunciato che la struttura complessiva sarebbe salva, comprese le torri.
Speriamo.

B... uon uomo, quella non è dei cattolici. È dell’umanità.


4 commenti:

  1. Ho avuto la notizia tutta insieme quando sono passata dall'Ansa prima di spengere il computer. La più bella cattedrale d'Europa, e certo la più bella che abbia visitato. La luce di Notre Dame non si dimentica. Speriamo che riescano a ripararla. Un abbraccio.

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    1. Grazie Murasaki. C’è stata un’oretta tra le 9 e mezza e quell’annuncio in cui tutti cominciavano a darla per persa ed è stata veramente brutta. Poi sono riusciti a estinguere il fuoco nella parte sottostante alle due torri, che tiene su un bel po ‘ del peso della cattedrale e hanno capito di avercela fatta.
      Ma per riuscirci hanno dovuto sacrificare la charpente che non hanno potuto soccorrere e che stava già bruciando sin fuori dal tetto.

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  2. Decisamente dell'umanità tutta, per questo tutto il mondo si è fermato. Verrà ricostruita, perché tutti noi ne abbiamo bisogno

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    1. Speriamo che i lavori vengano fatti con la dovuta attenzione e con criterio, perché gli edifici storici non sono come i prefabbricati moderni. Anzitutto ci vorrà un’accurata ricognizione dello stato dell’edificio e un confronto con quello che era prima. Una fase che potrebbe durare molto a lungo.
      In Italia abbiamo del resto un esempio molto ben riuscito di ricostruzione ed è il Friuli post terremoto.

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