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Toulouse en érasmienne

giovedì 23 aprile 2020

Sous le charme d’un tymbale

Giochi di crasi ed ortografie.
Ore 17, non ho ancora mangiato. No, non mi sono attaccata al lavoro scambiando le ore di presenza con la vita: nella condizione lavorativa che subisco, la possibilità di chiudere tutto e fare altro con un clic è troppo réjouissante per non coglierla appena possibile. Semplicemente ho avuto un contrattempo fuori dalla mia volontà.

Da tempo rimasugli in frigorifero imploravano pietà; è raro che avanzi o scarti qualcosa, la cucina della virtù fatta tempo e sminuzzolo mi mette sempre in difficoltà per mancanza di materia prima, ma spesso mi rimane roba cruda in giro, perché non ho tempo di dedicarmici. Avanzo di baccalà in frigo, ne avevo comprato una confezione convinta che fosse bagnato, invece era ancora sotto sale: la sera che l’ho aperto convinta di farci una rapida cena, mi sono ritrovata a fissare un ammasso coperto di cristalli. Da allora ho avuto una sorta di pitone nel frigo che cresceva nella più grossa delle ciotole di vetro, lievitando come un dolce «’meregano ». Riuscita a metterlo sul fuoco devo dire che si è rivelato ottimo in ben quattro preparazioni. Idem dicasi una zucca scontatami perché già periclitante dal bio: e avrei voluto fare da tempo questa congiunzione ma appunto in una versione povera e anche un po’dietetica perché vorrei smaltire gli ultimi chili che il mio ufficio mi ha attaccato addosso. Quando usciremo di qui non credo ce la farò.

Senonché leggo sempre con molto gusto un blog che in questo momento va di timballi, parola che m’incanta, il che s’addice quasi alla lettera al suo nome, e contenuto che nelle sue crosticine dorate e ben condite, mi seduce.
Inoltre volevo sbrigarmi, e eliminare qualche ingrediente. In più non avevo mixer, rotto, né fascia metallica. Per cui, invece delle quenelle è venuto fuori un tronco di cono, impossibile da sfilare dalla carta di cottura, che dell’originale conserva gli ingredienti base di una ricetta e l’accenno di crosta golosa dell’altra.

(In pratica: cotto al forno zucca e salvia con un cucchiaino di olio, schiacciato la zucca, lessato baccalà appena coperto di acqua con un ciuffo verde di cipollotto, chiodo, semi cumino, rimasugli di carota, sedano; mischiato una parte del pesce con la zucca, schiacciando, composto il cilindro, coperto con le ultime lamelle del pesce, ripassato in padella una manciata di pan grattato con un un cucchiaino di olio e per il colore una puntina di concentrato, messo il pangrattato in cima al tutto, passato in forno, stufato porri con brodo del pesce e messi sopra all’uscita dal forno. Dosi: quelle che c’erano. Venuto bene, non troppo asciutto.)


3 commenti:

  1. Mi sembra veramente interessante. L'estetica non conta

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  2. E che timballo sia! Perfetto esempio di piatto virtuoso dettato dalla necessità. Alla vista non è attraente ma dalla descrizione è invitante con ingredienti indovinatissimi e che si sposano bene fra di loro. Chapeau!

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