Welt bei dir ist Krieg und Streit,
nichts denn lauter Eitelkeit...
I Francesi hanno una lunga tradizione musicale riguardo alle domeniche. Per esempio il favoloso jazz di Je hais les dimanches scritta da Charles Aznavour per Edith Piaf e musicata da Florence Véran, quiinterpretata da Juliette Gréco.
A Tolosa nel 2010 ci sono le cantate senza rete. Da tre anni in qua, una volta al mese per sei mesi l'anno, chiunque può andare a provare e cantare un corale di Bach insieme all' Ensemble baroque de Toulouse, diretto da Michel Brun. Da tre anni il loro progetto è di cantare e far cantare tutte le cantate di Bach. Alle cinque del pomeriggio ci si incontra nella chiesa di Saint-Exupère, dove il direttore illustra la cantata ai musicisti, che non l'hanno ancora provata, ma solo letta individualmente e agli spettatori che hanno potuto scaricarla da internet attraverso il sito. Alcuni passaggi sono provati davanti a tutti. Poi il direttore volta le spalle ai musicisti e comincia a dirigere gli spettatori, a cui è stata distribuita all'entrata la partitura del corale che si proverà. Quello di oggi in particolare è stato scritto da Rosemuller e Bach l'ha inserito nella sua cantata. Siccome i Francesi hanno una buona cultura musicale in genere sono anche intonati, ma qualche volta timidi. "Non è difficle questa melodia", insiste Brun, "certo è a quattro voci, magari proviamola prima tutti quanti a una voce". Mi accodo ai soprani che sono la mia, e peraltro quelli che hanno la voce più "melodica" per quanto possa esserlo un corale ai nostri orecchi, con buona pace di Lutero. Poi Brun insiste sul finale: va eseguito rapidamente, ha un ritmo incalzante che altrimenti si illanguidisce e si perde. Ore 18.30: si accordano gli strumenti. Il positivo ha dei problemi, richiede lunghe cure: la differenza di temperatura tra l'esterno piovoso autunnale e la chiesa piena del calore dei corpi lo ha disturbato, spiega l'organista. Nel frattempo noi ascoltiamo l'oboista spiegare il suo strumento, una sorta di corno da caccia, che infatti si chiama "oboe da caccia". E' fondamentale per almeno 15 cantate bachiane, tra le quali le Passioni, specie quella di Matteo, eppure fino agli anni'70 veniva sostituito dal corno inglese, dal suono duro e squillante, del tutto diverso dalla sua morbidezza. Ancora una volta Nikolaus Harnoncourt ha insegnato quale fosse il vero strumento bachiano, rintracciandone alcuni esemplari conservati nel Museo musicale di Stoccolma grazie a Cary Karp e facendone eseguire delle copie per la sua integrale delle cantate di Bach. A questo punto coro e orchestra eseguono la BWV n. 27 fino al corale finale: Welt ade! Ich bin deine mude. Tocca a noi fare la nostra parte, Brun si gira una seconda volta per darci l'attacco. Alla richiesta di bis non si scompone: ora rifate il corale con il finale alla velocità giusta, dice e in effetti è tutt'altra cosa.
In den Himmel alle zeit
Friede Freud' und Seligkeit.
Le cantate di Bach come costruzione, commenta la mia vicina, emozionata anche lei.
Ma per riportarci gradevolmente sulla terra, alla fine di queste domeniche viene offerto a tutti un bicchiere e uno stuzzichino regionale francese, a sottoscrizione libera. Variano ogni volta, a seconda del numero della cantata eseguita quel giorno. Come? Il numero viene confrontato con quello del Département (sorta di provincia) corrispondente. Il Département n. 27 è in Normandia e così stasera abbiamo assaggiato kir al sidro e tartine al sanguinaccio con le mele e con il formaggio, innaffiati da Giove pluvio senza risparmio.
Cantates sans filet è aperto a chiunque e gratuito: basta venire a Tolosa! Prossimo appuntamento 21 novembre con BWV n. 70.
domenica 10 ottobre 2010
Cantates sans filet
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