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Toulouse en érasmienne

domenica 19 gennaio 2020

I proclami della domenica sera o sia incontro coi piddini

Oggi visto discreta mostra sui pittori ungheresi a Roma nella prima metà del Novecento. Benché vi sia un video di Mussolini in visita alla loro esposizione nel 1938, i curatori  riescono a non pronunciare mai la parola “fascismo” o “regime fascista” e a non fare motto su quale  destino riservo’ il duro regime filonazista ungherese a questi artisti durante la guerra e a quello cui è principalmente consacrata la mostra, Molhony-Nagy. L’arte è Arte, quindi non ha storia.
Forse no.

 Più tardi al tavolino di una gelateria due ragazzi, chiaramente militanti politici, stanno rifacendo il mondo, come a tutti capita, a base di sardine, pesce poco apprezzato, ma sempre meglio del loro aborrito rivale, e riforme costituzionali. Quello più sveglio, forte accento emiliano, proclama, procurandomi un sussulto, la necessità di abolire più o meno il parlamentarismo, soprattutto bicamerale, in quanto ormai inadatto, a cosa non si sa. O meglio, io un’idea del cui prodest l’avrei. Lui apparentemente un po’meno.
Dopo una mezz’ora di questo andazzo non ce la faccio più. Con il tono più distaccato e calmo che riesco ad assumere mi volto e fissandolo negli occhi: “Vede, io non ho nessuna simpatia per Salvini. Ma dopo quello che ho sentito voterei persino lui, pur di fermare un simile stravolgimento del nostro ordinamento costituzionale e dei diritti che garantiva.” E alzo il coturno.
Nei suoi occhi credo di avere visto un sentimento non proprio pacifico.
Ma a questa gente che sta distruggendo il nostro patto sociale bisogna far capire che si deve fermare.
O sparire.




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