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venerdì 29 aprile 2022

Il risotto del Primo maggio senza dispensa

 Svuotare la dispensa, tema del risotto odierno,  sarebbe attività piacevole solo ne avessi una.

Quella che il mio superbo salario di dipendente pubblico mi permette di avere, è questo spazio qui sugli scaffali aperti che la parete attrezzata concede:


E fare un risotto alla maizena è un virtuosismo di cui non mi sento ancora capace.
A volte nel frigo però stazionano troppo a lungo verdure appena laboriose, perché il tempo a una sfaticata dipendente pubblica manca, e pure le energie quando torna a casa svuotata da una situazione lavorativa insensata, non perché pubblica ma perché demolita dai tagli della spesa e dei salari - sì proprio quelli richiesti da costui e da questo laido foglio che incita al conflitto intergenerazionale fingendo di non sapere di avere richiesto lui per primo un rinvio dell’età pensionabile, un taglio dei lavoratori dipendenti - e chi dovrebbe pagarle, le pensioni, se viene sostituito un dipendente su tre? E ci facciamo anche prendere in giro da chi parla, falsamente, di spesa pensionistica insostenibile? Date contratti che prevedano contributi, abolite l’infinita fogna normativa giuslavorista che va dal pacchetto Prodi-Treu al Jobs act renziano che hanno distrutto i contributi, invece di nausearci con articoli smaccatamente faziosi e provocatori degni non del pesce ma nemmeno delle lische (che si sa hanno i loro estimatori - non io!!!!). 

Il primo maggio qui si mangiano le fave col pecorino romano, nella gita fuori porta. Si mangiavano. Belle fresche e appena pungenti, crude, sfilate dal baccello. Così ho provato a fare un risotto alle fave pecorino e menta. Gli ingredienti principali stazionavano da un po’ in frigorifero. E ieri sera ho sbollentato e pelato le fave, anche se pelarle a crudo avrebbe dato risultati migliori.
Ho messo a marinare la menta nell’olio d’oliva. E oggi, tornata a casa:




Risotto del Primo maggio con fave pecorino e menta

Fave pelate fresche - consiglio di abbondare
Pecorino rigorosamente romano - idem come sopra

2 pugni di riso

Vino bianco

Infusione di menta fresca

Sedano

Olio aromatizzato alla menta

Soffriggere il sedano a dadini in olio, unire il riso, sfumarlo, portarlo a cottura con l’infusione di menta. Non salare troppo. Unire le fave. Mantecare con il pecorino, eventualmente sciolto in poca acqua calda.
Decorare con fogliette varie e qualche fava pelata a crudo.
Spolverare di pecorino.

P.S.: io l’ho fatto con la cipolla, più che altro per routine, ma la prossima volta userò del sedano. È un risotto fresco e verde e il sedano ci sta molto meglio.
P.P.S.: se ci si riesce unirei anche del dragoncello fresco. Ma in Italia purtroppo è introvabile a meno di non coltivarselo da sé. Secco non vale proprio la pena di usarlo.
P.P.P.S.: a pensarci si potrebbe anche fare un pesto di foglie verdi (dragoncello, sedano, basilico, mentuccia) e pecorino e usare quello per mantecare, aggiungendo poi le fave. Insomma va perfezionato.







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